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Grazie a Sergio Trojse, coordinatore di Almalatina per questo brano:

ALMALATINA
STORIA DI UN GRUPPO MUSICALE A PLETTRO

Ma cosa ci sarà mai nel mandolino a renderne possibile il funzionamento?.… Un attimo, un lampo di "genio" e, impugnato lo strumento dalla parte del manico, basto' un colpo secco sul pavimento per svelare l'arcano.. …niente!

Che strano! Ne' motorini, ne' ruote dentate, ne' meccanismi di nessun tipo…Quel bimbo di tre anni, autore della bravata, qualche anno dopo aver distrutto il vecchio mandolino della nonna, apprenderà dal padre, anch'egli mandolinista, i primi rudimenti sulla tecnica esecutiva degli strumenti a plettro e costituirà insieme al fratello, che nel frattempo aveva imparato a strimpellare la chitarra, il " duo" Sergio e Corrado .

Successivamente si affiancheranno gli amici Angelo e Alberto nella formazione del complesso a plettro " Grotta Azzurra ", gruppo di ricerca strumentale sulla Canzone Napoletana.

Un ulteriore ampliamento dell'organico vede l'inserimento dell'elemento femminile con Patrizia alla chitarra e Maria Ausilia alla mandola.

Quest'ultima, diplomata in pianoforte, si occupa degli arrangiamenti dei brani, articolati a più voci secondo i canoni della polifonia strumentale sempre con particolare attenzione alle forme stilistiche dell'epoca cui il brano risale.

Vero e proprio laboratorio di ricerca musicale , il gruppo, con l'inserimento di Guglielmo (e grazie a lui), cambia denominazione appellandosi " Complesso a plettro "ALMALATINA " proprio per significare l'interesse verso tutta la musica che esprime " l'anima latina " lungo un asse ideale da Oriente a 0ccidente quasi a seguire il corso apparente del sole. La solarità è infatti la caratteristica che contraddistingue la musica di intere popolazioni con tanti caratteri in comune, dalla Grecia all'Italia, alla Spagna ai paesi dell'America Latina.

A questo punto avviene una trasformazione fondamentale per l'insieme che da gruppo esclusivamente strumentale comincia invece a prevedere l'inserimento delle voci. Collaborazioni con il baritono Catello Tenneriello ed il tenore Domenico Adriani fanno si che, delle splendide melodie del repertorio napoletano, si possano proporre finalmente anche i testi, spesso vera e propria poesia.

Ma la ricerca non finisce qui.
Perché non provare a cantare anche al femminile ? Si cimenta Maria Ausilia, la mandola del gruppo, ed il risultato va ben oltre le aspettative.

Alcuni brani sembrano proprio richiedere la dolcezza espressiva che soltanto la voce femminile può avere e quindi trasmettere.
A completare l'organico strumentale giungono infine a far parte del complesso due giovani e valenti mandolinisti : Emanuele e Valdimiro.

Sono nipoti d'arte perché il loro nonno è stato il più grande mandolinista di tutti i tempi : il M° Giuseppe Anedda.
A lui dobbiamo la rivalutazione del mandolino quale strumento classico, con una sua specifica letteratura in parte recuperata proprio grazie alla sua opera di ricerca nelle biblioteche di tutto il mondo.

A lui dobbiamo l'istituzione delle cattedre di mandolino nei conservatori italiani e quindi il rinnovato interesse verso questo strumento delle giovani generazioni di musicisti.

Dopo la musica il canto e dopo il canto ? La poesia!
Mancava all'insieme un filo conduttore che collegasse i brani con delle sapienti introduzioni, che guidasse l'ascoltatore nel viaggio musicale conducendolo per mano nella storia, nei perché di questa o quella canzone, di questo o quell'autore.
Ed ecco che arriva puntuale la collaborazione del Dott. Luciano Meo, cultore erudito e profondo conoscitore della storia di Napoli, della sua arte, delle sue canzoni. E' lui che prepara le note storiche dei brani, gli aneddoti, le curiosità e sceglie le poesie che, insieme alla musica, delineano la specificità di un popolo, quello napoletano, con tutte le sue contraddizioni, le sue ansie e le sue speranze, i suoi sentimenti, le sue passioni, la sua filosofia.

L'esperienza musicale ed artistica è sempre più accattivante ed entusiasmante anche per il consenso del pubblico e, nell'ansia di perfezionamento sempre viva, si fa strada una nuova necessità: quella di uno strumento basso che contrasti con gli "acuti" dei plettri. E' il contrabbasso di Walter che stende il magico tappeto sul quale danzano felici le note a volte allegre, a volte struggenti, delle canzoni antiche e moderne del vastissimo repertorio napoletano che, per quanto inesplorato (sono circa 8.000 i titoli prodotti in 800 anni di storia), comincia a non bastare più all'innato bisogno di ricerca che noi tutti abbiamo dentro e che ci spinge a provare i "plettri" nella musica etnica dal sirtakj a Piazzola, da Piovani a Morricone, ai classici. Le sorprese sono sempre piacevoli, interessanti, nuove, alternative ed il gioco sempre più bello forse perché libero. 

L'ultima acquisizione in ordine di tempo riguarda la "new entry" di Costantino, chitarrista, giovane fratello di Emanuele e Valdimiro. Per dirla con Walt Disney avevamo "Qui" e "Quo" ma ci mancava "Qua", anche perché con il primo capello bianco sulle tempie o sulla barba, si comincia a desiderare di insegnare e di trasmettere quel poco o tanto che si sa.

Per ora termina qui la nostra storia.
Progetti per l'immediato futuro? La realizzazione all'interno di una leggera sezione ritmica e l'esecuzione di composizioni inedite per la qual cosa è già al lavoro un amico carissimo, un grande musicista: il M° Giuseppe Arezzo.

Da circa vent'anni, attraverso alterne vicende, noi del gruppo ALMALATINA portiamo avanti un progetto che sembra non esaurirsi mai riservandoci sempre delle nuove scoperte, delle inaspettate sensazioni. Sicuramente non abbiamo finito di sperimentare , di cercare, di provare …

Chissà, a ben guardare, quante cose ci sono ancora da vedere in quel vuoto apparente della cassa rotta del mandolino della nonna, sacrificato tanti anni fa, da bambino, per amore della conoscenza.

Sergio

 

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